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La Biodiversità nei Siti Archeologici: un Ponte tra Natura e Cultura

I siti archeologici non sono solo testimonianze storiche, ma anche rifugi importanti per la biodiversità. Questo progetto, condotto dal gruppo di ricerca NBFC (National Biodiversity Future Center, Spoke 3) di Botanica Applicata dell’Università Roma Tre, nei siti di Cuma (Pozzuoli, NA), Sol Indiges (Torvaianica, RM) e Porti di Claudio e Traiano (Roma, RM), si propone di documentare flora e habitat di interesse conservazionistico nell'Italia centro-meridionale, con particolare attenzione alla "Rotta di Enea". Inoltre, in collaborazione con esperti provenienti da 17 Paesi del Mediterraneo, sono stati raccolti dati floristici e avviata la creazione di un database per analizzare il ruolo dei siti archeologici nel bacino del Mediterraneo nella conservazione delle specie minacciate di estinzione. Tramite una preliminare analisi comparativa con liste di specie protette a livello nazionale e internazionale, si è evidenziato il valore conservazionistico dei siti. Il progetto non solo mira a conservare la biodiversità, ma anche a sensibilizzare il pubblico e i gestori dei siti archeologici sull’interconnessione tra natura e cultura, promuovendo strategie sostenibili per la tutela del patrimonio naturale e storico.

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