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Le alghe coralline: una risorsa chiave nella lotta contro il cambiamento climatico

Un nuovo studio pubblicato nel 2024 su Nature Communications rivela il ruolo cruciale svolto dai letti di alghe coralline nel ciclo globale del carbonio. Questi ecosistemi marini, caratterizzati dalla presenza di rodoliti e maerl dalle tipiche tonalità rosa, si trovano in tutto il mondo e coprono vaste aree delle piattaforme costiere. Nonostante la loro importanza ecologica, essi sono stati finora meno studiati rispetto ad altri ecosistemi marini dominati da macroalghe.

La ricerca, guidata dalla dottoressa Nadine Schubert dell'Università dell'Algarve, ha coinvolto anche esperti italiani del National Biodiversity Future Center (NBFC), finanziato dal PNRR. Tra questi figurano il professor Gianluca Sarà (co-responsabile dello Spoke 1 Mare in NBFC) con la Dottoressa Mar Bosch-Belmar e il Dr. Paolo Mancuso del team Ecologia del Dipartimento di Scienze della Terra e del Mare (DISTEM) dell'Università di Palermo ed un team di ricercatrici della Stazione Zoologica Anton Dohrn tra cui la dottoressa Maria Cristina Mangano (Sede Sicilia della SZN e referente della Task 2 in Spoke 1, Biodiversità e Funzionamento) e la dottoressa Federica Ragazzola (Sede Genova della SZN) esperta di alghe coralline, ricercatrice impegnata in NBFC e responsabile del progetto MEDRHODO supportato dalla British Physiological Society. Lo studio ha dimostrato che i letti di alghe coralline sono in grado di assorbire significative quantità di carbonio atmosferico e accumulare carbonato di calcio nelle loro strutture, trasformandosi in importanti "serbatoi di carbonio" capaci di mitigare gli effetti del cambiamento climatico.

Nel contesto del Mediterraneo, un’area particolarmente rilevante per questa ricerca, condotta su scale globale, è stata l’Area Marina Protetta (AMP) siciliana di Capo Gallo-Isola delle Femmine, vicino a Palermo, sottoposta a monitoraggio dell’Università di Palermo. Qui, i fondali marini ospitano letti di maerl che rappresentano un habitat fondamentale per numerose specie marine. La loro fragilità e il rischio di degrado rendono prioritario il loro monitoraggio e la loro conservazione.

Un contributo al ciclo del carbonio mai documentato prima

Lo studio ha analizzato letti di alghe coralline in diverse regioni geografiche, inclusi fondali tra 2 e 51 metri di profondità. I risultati mostrano che la produttività netta di carbonio di questi habitat varia significativamente in base alla disponibilità di luce e alla composizione delle specie. Alcuni letti sono stati in grado di catturare fino a 1.35 grammi di carbonio per metro quadrato al giorno, superando le stime riportate per altri ecosistemi marini, come le foreste di macroalghe.

Protezione e conservazione: una sfida per il futuro

Questo studio sottolinea l'urgenza di integrare i letti di alghe coralline nei programmi di conservazione marina, come la rete Natura 2000, che attualmente non include questi habitat. In un contesto di crescente acidificazione degli oceani, il ruolo delle alghe coralline come serbatoi di carbonio diventa ancora più cruciale. Il team internazionale di autori ha evidenziato la necessità di ulteriori ricerche per monitorare e proteggere questi ecosistemi unici, che possono offrire soluzioni naturali per mitigare gli impatti del cambiamento climatico.

Un appello alla comunità scientifica e ai decisori politici

Lo studio pubblicato su Nature Communications rappresenta un passo avanti significativo verso una comprensione più completa del contributo degli habitat marini al ciclo globale del carbonio. I letti di alghe coralline non solo supportano una ampia varietà di biodiversità marina, ma offrono anche una soluzione naturale per contrastare il cambiamento climatico. Proteggerli e valorizzarli deve diventare una priorità per garantire un futuro sostenibile per i nostri oceani e per il pianeta. L’AMP Capo Gallo-Isola delle Femmine potrebbe essere un modello per lo studio e la conservazione di questi preziosi ecosistemi nel Mediterraneo.

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