Il workshop, conclusosi lo scorso 4 luglio, è stato co-organizzato dal NBFC e dallo Shanghai Advanced Research Institute (SARI) della Chinese Academy of Sciences, ed è il frutto di precedenti incontri bilaterali tenutisi a Roma e Shanghai, che avevano posto le basi per una cooperazione scientifica tra i due Paesi su temi cruciali come il restauro degli ecosistemi, la gestione delle specie aliene e la conservazione delle collezioni naturalistiche.
Ospitati dal SARI a Shanghai, con tappe nella contea di Anji e Pechino, i giovani studiosi hanno avuto l’opportunità di approfondire le politiche ambientali e le strategie messe a punto da scienziati e ingegneri cinesi in materia di tutela della biodiversità e transizione verso la neutralità climatica. Durante il fitto programma del workshop, i partecipanti hanno presentato i propri studi e progetti, così come il lavoro dei diversi Spoke NBFC e le azioni di restoration ecology intraprese nel nostro Paese, rafforzando le collaborazioni scientifiche tra Italia e Cina.
In linea con lo spirito di NBFC, che ispira i suoi ricercatori a cercare approcci interdisciplinari, i giovani ospiti italiani hanno visitato i laboratori e le strutture all’interno del campus del SARI, offrendo uno spaccato delle tecnologie sviluppate in Cina per la decarbonizzazione – dall’energia a idrogeno agli spettrometri del National Facility for Protein Science (NFPS), strumenti con applicazioni anche nello studio molecolare della biodiversità. Particolarmente significativa è stata la visita allo Shanghai Synchrotron Radiation Facility (SSRF), il più grande acceleratore di particelle della Cina, guidata dal Professor Alessandro Sepe, responsabile della sezione di Scientific Computing.
Un momento centrale del viaggio è stato rappresentato dalla visita di due giorni alla Contea di Anji, regione pilota per l'edilizia ambientalista ed ecologica in Cina, nonché emblema cinese della riconversione ecologica. Un tempo area sfruttata per l’estrazione mineraria, oggi la contea – e in particolare il villaggio di Yucun – è un esempio particolarmente virtuoso di sviluppo sostenibile e meta ambita di ecoturismo.
Grazie a questo nuovo modello, già nel 2011 la Contea di Anji ha accolto 1,4 milioni di turisti, con un aumento del PIL regionale del 6,1%, a dimostrazione del valore anche economico della tutela ambientale. Qui i partecipanti hanno potuto riflettere sul concetto delle “Due Montagne”, caro alla visione del Presidente Xi Jinping: “Acque pulite e montagne verdi sono montagne d’oro e d’argento”. Una filosofia che rispecchia l’approccio olistico di NBFC, che promuove l’integrazione tra salute degli ecosistemi e benessere umano secondo i principi di One Health.
Il viaggio si è concluso a Pechino, tra la storia millenaria degli hutong e la modernità dei grandi viali costeggiati da imponenti grattacieli, dove i ricercatori italiani hanno incontrato il Professor Francesco Faiola dell’Accademia Cinese delle Scienze, a cui è stata conferita la più alta onorificenza conferita ai cittadini stranieri a Pechino. L’incontro ha aperto nuove prospettive per future collaborazioni accademiche e opportunità di ricerca in Cina per giovani scienziati italiani, consolidando più di mezzo secolo di relazioni diplomatiche fra il nostro paese e la Cina.
I partecipanti hanno descritto l’esperienza come profondamente formativa, arricchente dal punto di vista umano e scientifico, e un’occasione preziosa per esplorare strategie concrete di tutela ambientale e transizione ecologica. Un passo importante verso una cooperazione globale nella tutela e ripristino della biodiversità così come nell’affrontare la crisi climatica.
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