Tra le fondamenta del vecchio ospedale Forlanini, nel cuore del quartiere Monteverde, si cela un mondo sommerso e affascinante: un vasto ambiente ipogeo di oltre 7.000 metri quadrati, completamente allagato. Un lago sotterraneo, nato dall’incontro tra geologia urbana e storia sanitaria, che oggi diventa teatro di esplorazioni scientifiche e di una possibile rinascita dell’ex sanatorio romano.
Un viaggio nel buio: in canoa tra pilastri e silenzi
Navigare tra le acque nere del lago sotterraneo è un’esperienza unica. Il suono delle pagaie rimbomba tra i pilastri di cemento armato e le pareti di tufo lasciate dai cavatori, mentre le luci dei caschi si perdono nell’oscurità. Questo suggestivo spazio si è formato a partire da antiche cave di tufo litoide, ampliate durante la costruzione dell’ospedale inaugurato nel 1934 e dedicato alla cura della tubercolosi. In quegli anni, parte del materiale per l’edificazione fu estratto direttamente dal sottosuolo dell’area.
Dal rifugio antiaereo al laboratorio naturale
Nel tempo, questi sotterranei hanno avuto molte vite: da magazzino per alimenti e scorte, sfruttando la temperatura costante di 13 gradi, a rifugio antiaereo durante la Seconda guerra mondiale. Ma è l’acqua, affiorata durante gli scavi e poi cresciuta a causa dell’innalzamento della falda, a definire oggi la natura di questo luogo. Una perdita di acque reflue ha purtroppo compromesso la qualità del bacino, rendendolo inaccessibile per usi pubblici, ma non per la scienza.
Microbi in missione: la biodiversità nascosta sotto Roma
Dal 2022, il laboratorio di Microbiologia del Dipartimento di Scienze dell’Università Roma Tre, guidato dal professor Paolo Visca, conduce campagne di campionamento nel lago ipogeo. Obiettivo: mappare le comunità microbiche che vivono in questo habitat estremo. «Studiamo la biodiversità microbica e la sua evoluzione nel tempo – spiega Visca – per identificare bioindicatori dell’impatto antropico e valutare strategie di biorisanamento».
Questi microbi potrebbero rivelarsi risorse preziose: sentinelle dell’ambiente e, forse, alleati nel suo recupero. Capaci di rispondere a stress come l’inquinamento o i cambiamenti climatici, e contribuire all’“autoriparazione” di ecosistemi compromessi.
Una nuova vita per l’ex Forlanini?
Mentre si discute del futuro dell’ex ospedale – tra ipotesi di un polo universitario e possibili cessioni al Vaticano – il suo sottosuolo continua a raccontare storie. Di passato, ma anche di resilienza e potenziale rigenerazione ambientale. In questo mondo nascosto sotto la città, il futuro potrebbe cominciare proprio dai microbi.
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