Grazie alla sua posizione strategica nel Mediterraneo, alla sua geomorfologia variegata e alla straordinaria diversità di habitat, l’Italia è il Paese europeo con la maggiore varietà di specie viventi e il più alto tasso di specie endemiche. Inoltre, l’Italia è una delle poche nazioni al mondo ad aver sancito la difesa della biodiversità come principio fondamentale nella propria Costituzione. Nel febbraio 2022, è stata approvata una modifica costituzionale che ha introdotto la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi nell’art. 9 della Costituzione italiana tra i principi fondamentali. Le sfide contemporanee relative alla protezione della biodiversità, quali il cambiamento climatico, la perdita di habitat, lo sfruttamento delle specie, l’inquinamento e l'invasione di specie aliene, trascendono i confini nazionali. Pertanto, le attività di cooperazione internazionale, sia mediante gli accordi ambientali multilaterali che l’acquis comunitario, sono essenziali per affrontare le problematiche complesse e interconnesse legate alla biodiversità e alla sostenibilità ambientale. Questi strumenti di cooperazione non solo facilitano l’adozione di misure coordinate a livello globale, ma forniscono anche un quadro di riferimento per la definizione e l’implementazione delle politiche nazionali.
Di recente, dal 25 al 27 febbraio, si è conclusa a Roma la seconda parte delle negoziazioni nell’ambito della sedicesima Conferenza delle Parti della Convenzione per la diversità Biologica (CBD COP-16), quale proseguimento della sessione di Cali, Colombia, tenutasi dal 21 ottobre al 1° novembre 2024, il cui tema era “pace con la natura”. Questo incontro ha avuto l’obiettivo di negoziare e approvare decisioni per rendere operativo il Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework (KM-GBF), adottato durante la COP-15. A livello comunitario, tra le politiche cardine per la biodiversità troviamo la Strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030 ed il Regolamento sul ripristino della natura, che, stabilendo obiettivi vincolanti per il ripristino degli habitat entro il 2050, costituirà una pietra miliare nella protezione e nel recupero degli ecosistemi degradati.
L’Italia è chiamata a giocare un ruolo di guida su una serie di sfide che impegnano tutti gli attori nazionali, tra cui le istituzioni, come il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), gli istituti di protezione ambientale, come l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), i centri di ricerca, come il National Biodiversity Future Center (NBFC) e altri stakeholders.
Il 18 marzo, presso l’Orto botanico di Roma, si terrà un workshop dal titolo “Pace con la Natura. Ricerca, enti e istituzioni a confronto”, promosso congiuntamente dal MASE, NBFC e ISPRA, con l’obiettivo di condividere le esperienze maturate nel campo della biodiversità e di rafforzare il network nazionale in vista delle future sfide del nostro Paese. Partendo dalle riflessioni legate ai risultati della recente CBD COP-16 e all’adozione KM-GBF alla CBD COP-15, si metteranno in luce le sinergie e gli strumenti che il nostro Paese dispone per raggiungere gli obiettivi globali, europei, regionali e nazionali.
La giornata sarà aperta a tutti gli stakeholders, inclusi i ministeri, le amministrazioni, gli enti gestori, gli istituti e le agenzie di protezione ambientale, i centri e gli istituti di ricerca, la comunità scientifica, le Università, le organizzazioni non governative, le Associazioni di categoria ed i privati, interessati a discutere delle azioni condivise necessarie per la salute degli ecosistemi, dal cui stato dipende il benessere umano, sia delle generazioni presenti che future.
Partecipazione con iscrizione obbligatoria fino ad un raggiungimento di 100 posti.
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