Un recente studio realizzato nell’ambito di #Spoke3 dai ricercatori dell’Università degli Studi di Firenze, ha approfondito gli effetti ecologici di tre piante acquatiche aliene invasive di origine americana su ecosistemi d’acqua dolce in Toscana. Le specie analizzate – Alternanthera philoxeroides, Myriophyllum aquaticum e Ludwigia peploides subsp. montevidensis – sono note per la loro capacità di espandersi rapidamente e modificare profondamente gli ambienti che colonizzano.
Il team di ricerca ha svolto il monitoraggio in tre siti rappresentativi: il fiume Arno nei tratti che attraversano Firenze ed Empoli, e l’area del lago di Porta, situata tra le province di Massa e Lucca. Questi ambienti, caratterizzati da un’elevata biodiversità e da un delicato equilibrio ecologico, sono risultati particolarmente sensibili alla presenza di specie esotiche invasive.
I risultati dello studio hanno messo in luce come queste piante modifichino in modo sostanziale la composizione delle comunità vegetali e animali locali:
Nel lago di Porta, Myriophyllum aquaticum è associato a una diminuzione della diversità vegetale, competendo con le specie autoctone e riducendo la complessità dell’habitat.
Nel tratto dell’Arno fiorentino, Alternanthera philoxeroides mostra invece un comportamento più ambiguo: da un lato sembra favorire un aumento della biodiversità, dall’altro però innesca un processo di “terrestrializzazione” (conversione da ambiente acquatico a terrestre), che altera profondamente la struttura dell’ecosistema e favorisce l’insediamento di altre specie invasive.
Un fenomeno simile è stato osservato nel tratto dell’Arno a Empoli, dove Ludwigia peploides subsp. montevidensis contribuisce a modificare l’equilibrio ecologico, aprendo la strada a ulteriori trasformazioni negative dell’habitat.
Lo studio evidenzia come le specie vegetali aliene invasive possano avere impatti complessi e differenziati, influenzando non solo la composizione floristica, ma anche le reti ecologiche, le dinamiche trofiche e la funzionalità complessiva degli ecosistemi.
L’introduzione di piante esotiche invasive rappresenta oggi una delle principali minacce per la biodiversità a livello globale. La loro gestione richiede monitoraggio costante, interventi tempestivi e strategie di controllo mirate, al fine di contenere la diffusione e preservare la ricchezza ecologica dei nostri ambienti naturali.
Questo studio fornisce un contributo importante alla comprensione degli effetti ecologici delle specie invasive e sottolinea la necessità di politiche ambientali attente e basate su solide evidenze scientifiche.
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