In alta quota, l'ambiente alpino ospita un'interazione unica tra la vegetazione e le particelle trasportate dall'aria. Tra queste, i granuli di polline - un elemento fondamentale per la riproduzione delle piante -agiscono come minuscoli messaggeri di storie ecologiche e climatiche. Scienziati di tutto il mondo hanno studiato le particelle biologiche trasportate dall'aria sulle vette più alte, per svelare i segreti contenuti nell'area alpina attraverso i metodi dell’aerobiologia.
Una recente revisione pubblicata in Science of the Total Environment da Franziska Zemmer et al., ricercatrice NBFC nell'Unità di ricerca di Botanica Ambientale della Fondazione Edmund Mach, localizzata nel cuore delle Alpi in Trentino, mette in evidenza i metodi e i risultati di questi studi, gettando luce sulla presenza, l'origine e gli impatti del polline disperso nell'aria in questi ecosistemi d'alta quota. Il campionamento per deposizione, che raccoglie il polline che si deposita naturalmente dall'aria, è il metodo più idoneo nelle aree alpine. Come matrice di campionamento si usano cuscinetti di muschio, sedimenti lacustri ma anche campionatori artificiali, che funzionano efficacemente senza corrente elettrica o costose infrastrutture. L'identificazione microscopica tradizionale rimane lo strumento principale per analizzare i pollini, basandosi su caratteristiche morfologiche che sono uniche per ogni famiglia, genere e/o specie di pianta. L'integrazione di metodi molecolari è in sviluppo, consentendo il riconoscimento più raffinato delle piante di origine tramite il loro polline (figura 1).
Una rivelazione affascinante è che i siti alpini non solo ricevono polline locale, ma anche granuli che viaggiano da sorgenti medie e lontane. La componente pollinica del bioaerosol in alta quota riflette la vegetazione circostante e dei paesaggi più distanti, rendendola un prezioso indicatore della biodiversità vegetale dell'ecosistema e - se effettuato a lungo termine - dei cambiamenti nella composizione della vegetazione.
Gli ambienti alpini possono essere considerati un laboratorio aperto per studiare gli effetti dei cambiamenti climatici. Con l'aumento delle temperature, le comunità vegetali stanno cambiando la loro distribuzione, e i dati sul polline sono un un potente strumento per monitorare questi cambiamenti. Sebbene tali metodi siano stati ampiamente utilizzati in paleoecologia per ricostruire la vegetazione del passato, rimangono poco sfruttati nell'aerobiologia moderna.
È importante notare che l'aria alpina di solito presenta un basso carico di polline allergenico, offrendo a chi soffre di allergia ai pollini la possibilità di trovare sollievo. Il cambiamento globale comporta però un relativo aumento del carico pollinico nell’aria e un prolungamento delle stagioni polliniche. Quindi l’aria alpina sarà salubre per chi soffre di allergie anche in futuro? Si sottolinea l'importanza di studiare il polline in ambiente alpino, per il suo ruolo fondamentale per la salute umana e per l'ambiente in generale.
Figura 1: Le origini dei pollini aerodispersi in alta quota, impatto per la salute, metodi di campionamenti ed analisi usati per studiare il polline in ambiente alpino. | Figura 2: La ricercatrice Franziska Zemmer con il campionatore pollinico passivo in alta quota |
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